Terapia di Coppia
Innamorarsi è meraviglioso ed è così che iniziano la maggior parte delle relazioni sentimentali.
La coppia inizia la sua storia insieme con un coinvolgimento reciproco improvviso, travolgente, che fa camminare a un metro da terra.
Questo accade a qualsiasi età, le caratteristiche principali dell’innamoramento si presentano sia che ad innamorarsi siano due adolescenti sia che siano due cinquantenni: tutti sentiranno le famose farfalle nello stomaco, aspetteranno con ansia un messaggio o una telefonata e si prepareranno con trepidazione prima di un appuntamento.
È la fase questa, dell’amore folle, come viene descritto dagli artisti sin dall’alba dei tempi.
“Gli innamorati hanno, come i pazzi, un cervello tanto eccitabile e una fantasia tanto feconda, che vedono assai più cose di quante la fredda ragione riesca poi a spiegare.”
WILLIAM SHAKESPEARE Sogno di una notte di mezza estate
Arriva però poi il momento in cui è necessario che, al sentimento che ha travolto momentaneamente la ragione, si aggiunga una scelta: è il momento in cui si proporre al partner di fare le prime vacanze insieme, di portare il suo spazzolino a casa nostra, in cui si propone di cercare una casa per viverci insieme, in cui si decide di comprare un anello di fidanzamento, in cui si dice sì ad una proposta di matrimonio, il momento in cui si parla di avere un figlio insieme.
È il momento della scelta, il momento in cui ci si trova di fronte ad un bivio e la strada che sceglieremo di prendere cambierà per sempre la nostra vita.
Sì, per sempre, perché per quanto potremmo cambiare idea, chiudere la relazione, divorziare non potremmo mai cancellare quella decisione.
Riconoscere che ad un certo punto una relazione diventa una scelta consapevole e non solo la conseguenza dell’essere stati travolti da emozioni intense, apre le porte ad una serie di possibilità prima quasi impensabili.
Se ci si sofferma a pensarci, quello che chiediamo all’amore e alle relazioni di coppia, è ben strana cosa: vorremo che l’amore ci renda follemente innamorati e che questo duri per sempre (“finché morte non ci separi”).
Quello che succede in molte coppie però è che, una volta finita la fase dell’innamoramento nel senso stretto del termine (le “farfalle nello stomaco” e “attese accanto al telefono”), non sanno più cosa farsene di quella coppia, di quella relazione, di quella casa insieme o di quel matrimonio.
Siamo così abituati a pensare all’amore come a quell’emozione che ci travolge, che, nel momento in cui l’onda dell’emozione inizia a scendere pensiamo che l’amore, la relazione, la coppia, sia arrivata alla fine.
La nostra cultura ha creato un’equivalenza fra innamoramento ed amore, quando invece l’innamoramento è solo l’incipit dell’amore, il primo tempo del film.
L’innamoramento, la passione travolgente e l’emozione che dà i crampi alla pancia sono elementi essenziali di una storia d’amore, fondamentali nella nascita di una coppia, ma non si può vivere in una casa fatta solo di fondamenta.
Mark Johnson e George Lakoff sono due linguisti e nel loro libro “Metafora e vita quotidiana” evidenziano come le metafore modellano il modo in cui viviamo il mondo e come le metafore che usiamo nella vita di tutti i giorni, per descrivere gli eventi, noi stessi e gli altri, possono persino agire come guida per le nostre azioni future, come delle profezie che si auto-avverano.
I due autori fanno di più, propongono una metafora che sia adatta all’amore e alla vita di coppia: l’amore e la coppia come un’opera d’arte collaborativa.
Possiamo così vedere cosa serve fare un’opera d’arte: istinto, creatività, passione, ma anche pazienza, impegno, compromesso, dedizione, comunicazione e obiettivi condivisi.
L’amore così non smette di essere passione, di essere emozione, di essere le farfalle nello stomaco, non smette di essere gioia e dolore, di essere talvolta difficile o frustrante, ma pensare alla coppia come a qualcosa che io creo con qualcuno che ammiro, piuttosto che qualcosa che semplicemente è capitato, da potere.
Il potere di decidere come sarà quest’opera d’arte, il potere di dire che c’è qualcosa che non sta funzionando e di domandarsi cosa si può fare per migliorare “l’opera”.